Disabilità

psicologa
Il funzionamento di un individuo è una relazione complessa fra la condizione di salute, i fattori ambientali e personali.
La presenza di una disabilità può modificare questo delicato equilibrio.
Le difficoltà possono essere causate direttamente da malattie, traumi o altre condizioni di salute che rendono indispensabili trattamenti di cura medica o psicologica. La disabilità è anche un’articolata interazione di condizioni, molte delle quali sono create dall’ambiente sociale, il quale attraverso i mercati, la pubblicità, un’istruzione che non valorizza l’unicità dell’individuo, crea modelli standardizzati, davanti ai quali ci si sente inadeguati, tanto da pensare, a volte, che la propria vita non abbia un vero valore.
Ci possono essere malattie di passaggio, che con le cure adatte si risolvono, altre che lasciano segni permanenti sul corpo e sulla mente, rendendo difficili semplici azioni della vita quotidiana o di relazione.
Anche se il danno non altera le funzioni vitali in modo irreversibile, convivere con la disabilità può generare frustrazione, rabbia, tensione, aggressività, tristezza, senso di vergogna, ci si sente incompresi da chi ci sta vicino, sia in ambito familiare che lavorativo.
Attraverso un lavoro su se stessi, con un percorso di analisi, c’è la possibilità di arrivare ad una serenità interiore, accettando la nuova situazione, la nuova immagine di se stessi, riuscendo a pensare alla propria realtà come qualcosa di prezioso e unico, a percepire e poi arrivare alla consapevolezza del proprio valore e che si può essere una risorsa inestimabile per la propria famiglia, gli amici, la società.
L’accettazione della nuova immagine di sè riflette una buona forza psichica, è una prova d’amore verso noi stessi, con tutte le nostre particolarità.

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Amore e Disabilità

L’amore è parte integrante della personalità di ogni essere umano. Il desiderio di contatto, tenerezza, piacere, amore, è qualcosa di naturale e innato di tutti noi.
Ricevere attenzione e affetto nutre il nostro essere e ciò che siamo. In questo senso possiamo pensare ai bambini: quando sono piccoli il loro nutrimento non si fonda solo sul cibo, ma anche di vicinanza, contatto, affetto, tocco della madre. 
Nel corso della vita tutti, in forma diversa, abbiamo vissuto delle carenze o delle forme di abbandono in amore (in famiglia, nelle relazioni di amore o di amicizia). Queste carenze se non elaborate e trasformate, possono incidere sulla capacità di conoscere noi stessi e il mondo esterno, il nostro sviluppo psicologico e intellettuale. Le difficoltà possono emergere in particolare nelle relazioni con l’altro.
L’incontro con l’altro è, infatti, uno specchio di noi stessi e la nostra parte inconscia attrae ciò che la nostra parte razionale in realtà ci racconta in modo diverso. Paradossalmente nella relazione l’altro percepisce quello che noi tentiamo di reprimere e nascondere e, non a caso poi, se abbiamo difficoltà a dare e ricevere amore ci avvicineremo e si avvicineranno a noi o persone che sono altrettanto fredde, oppure che manifesteranno l’amore in modo molto più emotivo. Da un lato una parte di noi apprezzerà questa manifestazione, ma l’altra potrebbe non essere in grado di gestire questo modo di amare.
Le dinamiche che si creano possono essere molto diverse, ciò che può veramente fare la differenza e iniziare a cambiare le cose, è cominciare a lavorare con amore su di noi per sciogliere quei blocchi e quelle rigidità che abbiamo dentro, per arrivare ad amare completamente noi stessi per ciò che siamo ora e far sì che l’altro non diventi la soddisfazione di un nostro bisogno, ma l’espressione di un amore e di una relazione autentica.

Se non ami te stesso non potrai amare nessun altro.


In questo viaggio con l’amore una parte che merita di essere valorizzata è quella relativa all’amore e la disabilità. L’amore può avere varie forme e tutti gli esseri umani ne sono degni. Oggigiorno sono ancora in molti ad essere restii ad avvicinarsi alle persone con disabilità, ancorati
a pregiudizi legati alla vita affettiva.
Si pensa che una persona disabile non possa stare in relazione, non possa fare l’amore, non possa avere figli e crescerli. Si pensa che manchino le capacità necessarie per avere accanto un buon compagno/a di vita. Queste credenze rischiano di essere più invalidanti della disabilità stessa, finendo per impedire qualsiasi possibilità di relazione e di realizzazione dell’amore, che è invece presente in ogni persona.
La paura del giudizio, in questo contesto, assume un rilievo fondamentale.
Siamo talmente impauriti dallo sguardo, dalle parole, dai pensieri altrui che a volte li sentiamo anche quando non sono presenti e questo finisce per impedirci di vivere ciò che ci fa stare davvero bene. In questo dovremmo imparare da un lato a non giudicare noi per primi, per non cogliere in ogni situazione un giudizio verso di noi e, dall’altro, lavorare sull’amore incondizionato verso noi stessi e la persona che ci è vicino. 

Il timore di una realtà sconosciuta all’inizio della relazione potrà manifestarsi, come in ogni incontro tra due persone che iniziano a frequentarsi.  
La persona che si accorgerà di provare un sentimento verso una persona disabile, all’inizio dovrà fare i conti con l’autogiudizio e le opinioni della cerchia familiare che risuoneranno nella mente e che cercheranno di far emergere tutti gli aspetti negativi di questo stare insieme.
Dall’altro lato anche nella persona disabile l’amore e la sessualità potranno risultare una cosa nuova e non di semplice gestione, inizialmente.

In realtà lavorando e lasciando andare con consapevolezza le paure e i giudizi, aprendosi all’amore, per tutti e due sarà un’opportunità di conoscenza, dandosi la possibilità di vivere questo sentimento che è una parte essenziale di ogni essere umano.

Papa Giovanni Paolo II diceva:

La persona disabile, come le altre e più delle altre, ha bisogno di amare e di essere amata, di tenerezza, di vicinanza e di intimità. Particolare attenzione va rivolta alla cura delle dimensioni affettive e sessuali della persona handicappata. Una società che desse spazio solo ai sani, ai perfettamente autonomi e funzionali, non sarebbe una società degna dell’uomo.

Disabilità: L'attività viene svolta dalla Dott.ssa Pesce nelle province di Venezia, Treviso e Padova.

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